Design e costruzione: più robusto, ma non ancora perfetto
Con il nuovo Galaxy Z Fold6, Samsung continua a raffinare il concetto di smartphone pieghevole, puntando su un design più sottile, leggero e resistente rispetto alle generazioni precedenti. Il dispositivo, quando chiuso, ha uno spessore di 12,1 mm – ancora superiore a uno smartphone tradizionale, ma più gestibile rispetto ai 13,4 mm del Fold5.
Il telaio è in Armor Aluminum, una lega proprietaria che Samsung dichiara essere il 10% più resistente agli urti. Lo schermo interno pieghevole è protetto da un nuovo strato di plastica ultrafine (UTG), mentre il display esterno adotta il Gorilla Glass Victus 2. A prima vista, la qualità costruttiva è impeccabile. Nessun cigolio, nessuna flessibilità indesiderata: tutto è solido e ben assemblato.
Ma la piega centrale resta evidente, visibile sotto luce diretta e percepibile al tatto. Samsung ha ridotto la profondità del solco, ma siamo ancora lontani da una superficie uniforme. È un compromesso inevitabile? Probabilmente sì, almeno per gli schermi flessibili attuali. Tuttavia, chi utilizza spesso lo schermo interno per lavorare potrebbe trovare fastidiosa questa discontinuità visiva.
Display: brillante, fluido, ma con margini di miglioramento
Il display esterno da 6,3″, con risoluzione Full HD+ e refresh rate a 120 Hz, è perfettamente utilizzabile come uno smartphone tradizionale. Samsung ha leggermente modificato il rapporto d’aspetto, rendendolo più largo del Fold5 e migliorando l’esperienza d’uso con tastiera e app.
Il vero protagonista resta il display interno pieghevole da 7,6″, AMOLED dinamico, compatibile con HDR10+, sempre a 120 Hz. La luminosità di picco raggiunge i 2.600 nits, superando anche quella del Galaxy S24 Ultra. Utilizzarlo per leggere documenti, gestire email o consultare fogli di calcolo è comodo anche sotto la luce diretta del sole.
Peccato che la riflessione della superficie plastica resti un tallone d’Achille. In ambienti molto illuminati, i riflessi aumentano e la visibilità cala. Samsung ha migliorato il trattamento antiriflesso, ma siamo ancora lontani dalla nitidezza dei pannelli in vetro antigraffio.
Prestazioni e multitasking: un piccolo ufficio tascabile
Sotto la scocca troviamo il SoC Snapdragon 8 Gen 3 for Galaxy, lo stesso presente nei top di gamma della serie S24. Associato a 12 GB di RAM LPDDR5X e storage UFS 4.0 (fino a 1 TB), garantisce prestazioni elevatissime in ogni contesto.
Nell’uso quotidiano, l’apertura simultanea di tre app (e magari una quarta in finestra flottante) non provoca il minimo rallentamento. Durante i nostri test – che hanno incluso editing di PDF, multitasking con Chrome, Outlook e Excel – il Fold6 ha retto il carico senza surriscaldarsi, merito anche di un sistema di dissipazione termica rivisto.
La modalità Flex – che divide lo schermo quando il dispositivo è piegato a 90° – consente scenari interessanti per videoconferenze, contabilità o presentazioni rapide. Tuttavia, sono ancora poche le app davvero ottimizzate per sfruttare al meglio questa funzionalità. Gmail, ad esempio, non gestisce bene il layout diviso, limitandone l’utilità.
Autonomia e ricarica: meglio, ma non brillante
La batteria da 4.400 mAh è invariata rispetto al modello precedente, ma grazie a una miglior ottimizzazione energetica del processore e a una gestione più intelligente dello schermo, l’autonomia migliora. In un uso da utente professionale (email, Teams, Office365, browsing e un’ora di multitasking avanzato), siamo riusciti a raggiungere la fine della giornata con circa il 15% di carica residua.
È un passo avanti rispetto al Fold5, ma non ancora sufficiente per chi viaggia spesso o fa un uso intensivo dello schermo grande. Il supporto alla ricarica rapida da 25W (cablate) resta nella media: 0-100% in circa 1h15min. In un mondo dove alcuni concorrenti superano i 100W, Samsung gioca ancora sul sicuro, forse troppo.
Esperienza d’uso e software: One UI 6.1 eccelle su grande schermo
L’interfaccia One UI 6.1 basata su Android 14 mostra tutta la maturità dell’ecosistema Samsung. La scrivania virtuale, la taskbar in stile desktop e l’integrazione con DeX permettono un’esperienza quasi da laptop, soprattutto quando affiancata a una tastiera Bluetooth e uno stand verticale.
Il Fold6 brilla nella produttività mobile: da Notion a Microsoft Teams, passando per l’integrazione avanzata con Samsung Notes e S Pen (supportata, ma venduta separatamente). Il drag&drop tra app aperte lato a lato funziona con precisione e velocità.
I limiti sorgono con app non ottimizzate: Instagram, ad esempio, non scala bene all’interno del display piegato. YouTube, invece, sfrutta senza problemi l’area dello schermo dividendo commenti e video in due colonne.
Samsung promette 7 anni di aggiornamenti software: interessante per le aziende che puntano su un ciclo di upgrade più lento, ma resta da verificare quanto il dispositivo potrà restare performante su orizzonti così estesi.
Fotocamera: solida, ma senza sorprese
Il comparto fotografico non è la priorità di uno smartphone pieghevole, e il Fold6 lo conferma. Troviamo tre sensori sul retro:
- Principale da 50 MP con apertura f/1.8 e OIS
- Ultra-wide da 12 MP
- Teleobiettivo 3x da 10 MP
I risultati sono molto simili a quelli del Fold5: buone foto in condizioni di luce ottimale, bilanciamento del colore accurato, ma cali evidenti in notturna o in condizioni di scarsa illuminazione. Video fino a 8K a 30 fps, ma senza stabilizzazione particolarmente avanzata, soprattutto nell’ultra-wide.
La fotocamera interna under-display è da 4 MP e serve solo per videoconferenze, con qualità sufficiente ma nulla di più. Meglio utilizzare la selfie-cam da 10 MP sullo schermo esterno o, ancora meglio, scattare con la fotocamera principale grazie alla modalità « cover preview », che sfrutta lo schermo esterno come specchio.
Un investimento mirato: per chi è davvero il Fold6?
Con un prezzo ufficiale italiano che parte da 2049 € per la versione da 256 GB, il Galaxy Z Fold6 si posiziona in una fascia ultra-premium. È caro, sì. Ma se confrontiamo il costo con il valore d’uso concreto, la prospettiva cambia. Per un pubblico ben definito – manager itineranti, professionisti della consulenza, creativi digitali – può sostituire con successo laptop, tablet e smartphone in un unico dispositivo.
Durante una settimana di test « sul campo », ho utilizzato il Fold6 come unica macchina da lavoro durante un evento fieristico a Berlino. Risultato? Ho risparmiato peso in valigia, ho preso appunti con la S Pen durante incontri, ho partecipato a videoconferenze in mobilità e aggiornato presentazioni in real time. Il tutto da un device che si richiude in tasca.
Naturalmente, si tratta di un prodotto di nicchia. Non adatto a chi cerca la semplicità, né a chi vuole solo « uno smartphone in più ». Ma in un contesto aziendale, dove la versatilità e la produttività mobile contano più del comparto foto o del gaming ad alte prestazioni, il Fold6 ha senso. E non poco.
Verdetto finale: razionalizzare, non stupire
Samsung Galaxy Z Fold6 non è una rivoluzione, ma un raffinamento coerente. Nessuna funzionalità sconvolgente, nessun cambio di paradigma. Ma tutti i punti critici del Fold5 – spessore, peso, visibilità del display, ecosistema app – sono stati affrontati con pragmatismo.
Per le aziende che valutano la mobilità come leva strategica, questo pieghevole rappresenta oggi una delle soluzioni più mature sul mercato. Chi si aspettasse sorprese tecniche rimarrà deluso. Ma chi cerca uno strumento concreto, ben costruito e ottimizzato per lavorare (anche in movimento), troverà nel Fold6 un alleato solido – e sorprendentemente pratico.
La sfida ora è spingere lo sviluppo delle app compatibili e abbassare, almeno gradualmente, la soglia economica per accedere a questa tecnologia. Perché la produttività pieghevole ha senso, ma solo se diventa sostenibile, anche per le PMI.